Nella tradizione greca questo spirito è indentificato con il dio Pan. Pan è notoriamente associato al fauno, e, come tale, rappresenta lo spirito della natura, è legato alla foresta e alle sue creature. Pan è anche assimilato a Phanes o Fanes, divinità orfica della procreazione, il cosiddetto “Portatore di luce”. Ma il dio delle foreste è divenuto nella nostra civiltà il panico. Pan infatti, è l’unico dio ed essere morto. Lo Storico Plutarco narra che la morte di Pan è stata annunciata a Tamo, un mercante che stava facendo ritorno in Italia con la sua nave, da una voce misteriosa. “Tamo, quando diede l’annuncio un grande gemito si alzò dalle coste. La morte di Pan rappresenta la repressione dell’istinto da parte della nostra civiltà che, per conseguenza, è costretta a vivere la potenza del dio come limitante, anziché come apportatrice di ricchezze e luce.

La nascita dell’albero di Tiglio viene raccontata in un mito greco, di cui è protagonista Filira, ninfa che viveva su un’isola del Ponto Eusino, figlia di Oceano e di Teti. Di lei s’innamorò follemente il dio Crono. Un giorno, mentre Crono cercava di unirsi alla ninfa, venne sorpreso dalla moglie Rea. Per sfuggirle Crono si trasformò in stallone. Intanto Filira riuscì a scappare, ma Crono la raggiunse e si unì a lei. Da questa unione nacque Chirone, un centauro, mezzo uomo e mezzo cavallo, che avrà poi il compito di educatore Giasone e Achille. Filira vedendo il figlio in quelle sembianze provò un tale dispiacere e una tale vergogna che chiese al padre Oceano di trasformarla in un albero. Fu così che si originò il Tiglio.